
Quali saranno i cambiamenti che il Coronavirus apporterà alle abitudini di viaggio dei viaggiatori e quali potrebbero essere gli effetti di questo particolare periodo sul flussi turistici?
Alla luce di uno studio condotto dal colosso degli affitti brevi Airbnb, le case messe a disposizione dai privati, risultano essere luoghi più sicuri per soggiornare rispetto agli hotel.
La ricerca si concentra su un tema fondamentale: finita l’emergenza Covid-19, i viaggiatori faranno maggiore attenzione al luogo dove passare le proprie vacanze? Il mondo delle locazioni brevi e degli immobili messi a disposizione dai privati avranno la meglio sugli hotel?
Secondo i sondaggi la risposta è affermativa e tale risposta è dovuta anche alla buona reputazione che Airbnb ha coltivato negli anni.
È interessante soffermarsi sulla seguente domanda rivolta ai potenziali consumatori:
- Con quale delle seguenti affermazioni sei più d’accordo? Se dovessi viaggiare, mi sentirei più a mio agio a stare in hotel dove ci sono molte altre persone (26 %). Se dovessi viaggiare, mi sentirei più a mio agio presso un alloggio Airbnb dove siamo solo io e la mia famiglia (74%).
Sebbene il sondaggio sia stato condotto dalla stessa Airbnb, i risultati offrono un importante spunto di riflessione per i nostri ragionamenti futuri in quanto property managers. Terminata l’emergenza Coronavirus, la necessità di viaggiare sarà molto sentita e si prevede che gli spostamenti avverranno, soprattutto nell’immediato momento successivo all’eliminazione delle restrizioni attuali, all’interno del territorio nazionale. Si aggiunge a tale tendenza la necessità dei futuri viaggiatori di avere maggiore controllo sull’igiene degli immobili in cui si andrà a soggiornare. Le case vacanza dunque, potrebbero essere preferite ad altre tipologie di alloggio in quanto avvertite maggiormente come ambienti domestici e quindi maggiormente sicure. Tra gli immobili destinati al mondo degli affitti brevi, quelli gestiti in maniera professionale da specialisti del settore, potranno garantire standard molto alti di pulizia ed igienizzazione, conquistando di conseguenza la fiducia dei futuri viaggiatori.
Se prendiamo come esempio il caso della Cina, che è l’unico paese attualmente in grado di fornirci dei dati empirici sulla ripresa economica post emergenza Covid-19, possiamo ipotizzare che nel nostro Paese la ripartenza, per quanto riguarda il mondo degli affitti brevi potrebbe attivarsi da fine giugno. Il 17 marzo 2020 Il Sole24Ore riporta un articolo pubblicato sul China Daily dove vengono discusse le liste che la popolazione cinese inizia a stilare sulle cose da voler fare dopo il lungo periodo di isolamento. Tra le prime posizioni spiccano “viaggiare”, “andare al ristorante” e “fare festa”. Alla luce di questi dati, anche gli italiani, potrebbero, con tutte le dovute precauzioni, organizzare dei viaggi per il periodo estivo e non è escluso che, se le condizioni meteorologiche fossero clementi, potrebbe verificarsi uno slittamento della stagione solitamente associata al concetto di vacanza, l’estate, arrivando anche sino alla fine del mese di ottobre. Da non sottovalutare sono anche le condizioni economiche in cui verterà il Paese all’indomani del fenomeno pandemico, è probabile infatti che molti italiani nei mesi estivi saranno costretti a lavorare per recuperare i periodi di lavoro persi a causa dell’isolamento forzato, facendo traslare così il periodo da dedicare alle vacanze. Quello che stiamo vivendo è per tutti, oltre che un periodo di fermo, anche un periodo di riorganizzazione e programmazione per il futuro, la storia ci insegna che, all’indomani di eventi catastrofici, la ripresa e le inversioni di tendenza possono essere improvvise e rapide, è necessario dunque non farsi trovare impreparati. Chi aveva intenzione di rendere disponibile il proprio immobile per le locazioni brevi non dovrebbe trovarsi totalmente scoraggiato ma bensì approfittare del periodo per avere un atteggiamento attivo e per valorizzare il proprio immobile e, perché no, affidarlo a dei professionisti per ottenere il massimo. Sono, infatti, gli operatori del settore turismo che per la maggiore dovranno dimostrarsi pronti a gestire un flusso di turisti differente rispetto agli anni precedenti, i nostri utenti saranno viaggiatori esigenti, con nuovi bisogni e nuovi timori e tutto il settore ricettivo dovrà essere preparato a tale cambiamento. Noi siamo pronti, e tu?
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